“Questa iniziativa apre la nuova stagione di eventi artistici promossi dalla Fondazione CRC che da quest’anno, per la prima volta, propone una mostra nella città di Bra – dichiara Ezio Raviola, vice presidente della Fondazione CRC -. Un evento unico che permetterà di immergersi nell’atmosfera dell’Egitto antico e di esplorare i risultati delle ricerche realizzate sull’affascinante mummia grazie alla collaborazione del Centro di Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” e dei partner scientifici coinvolti”. 

“La collaborazione con la Fondazione CRC, giunta ormai al quinto anno, ha lo scopo di portare in mostra, all’interno di musei e luoghi della cultura del territorio cuneese, percorsi che raccontino, sotto vari punti di vista, capolavori dell’arte italiana e internazionale, progetti di studio e di ricerca, normalmente lontani da questi contesti – aggiunge Stefano Trucco, presidente del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” -. Un intervento di restauro permette di svelare numerose “storie” ed è questa la chiave narrativa che abbiamo scelto con la Fondazione CRC. Il restauro è un momento straordinario, che consente di scoprire e approfondire alcuni particolari dell’opera che diversamente non potremmo vedere”.

“Siamo molto orgogliosi di accogliere, nel nostro spazio espositivo più prestigioso, questa mostra che dà il via ad una serie di appuntamenti sul tema in provincia di Cuneo, portando in città un po’ del grande fascino che l’archeologia egizia sempre esercita su bambini e adulti – commenta Gianni Fogliato, sindaco di Bra, –. L’uomo svelato rappresenta anche uno dei molteplici risultati delle virtuose sinergie instaurata tra Comune di Bra e Fondazione Crc. Colgo l’occasione per ricordare che nello stesso periodo sarà possibile visionare a Palazzo Mathis anche una nuova retrospettiva dedicata al pittore locale Romano Reviglio”.

“Il progetto dà concretezza all’attenzione che la Soprintendenza riserva alle collezioni museali del territorio: non soltanto a quelle note e fruibili, ma anche e soprattutto a quante ancora devono completare il loro percorso di piena valorizzazione – sottolinea Luisa Papotti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino . Le attività condotte hanno consentito di consolidare la collaborazione tra discipline e competenze, tramite l’applicazione delle più avanzate tecnologie della scienza medica alla ricerca ed al restauro archeologico, con risultati di rilievo. Grazie alla concreta sinergia tra le istituzioni coinvolte, ed allo stimolo ed al supporto della Fondazione CRC non soltanto si è recuperato e restituito un reperto egizio di eccezionale significato, ma si è tracciato un percorso disciplinare esemplare”.

“Questa mostra sintetizza le tappe di uno studio interdisciplinare avviato nell’ambito di un ampio progetto di valorizzazione delle collezioni antropologiche egizie del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino. I risultati che sono emersi dall’analisi di questo straordinario reperto dimostrano l’importanza e il ruolo della ricerca scientifica per migliorare le nostre conoscenze sulle collezioni museali – aggiunge Cecilia Pennacini, direttrice del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino -. Grazie alle tante professionalità impegnate nello studio e nel restauro del reperto e grazie al contributo della Fondazione CRC, il MAET può condividere con la collettività questa importante esperienza conoscitiva”.

“È stato un privilegio mettere a disposizione la nostra professionalità e le nostre apparecchiature diagnostiche per lo studio di questo straordinario reperto – conclude Luca Semperboni, direttore Sanitario del Centro Medico J Medical -. Abbiamo utilizzato una TC di ultima generazione a 128 banchi, in grado di restituire immagini estremamente dettagliate, consentendo un’analisi precisa e accurata. È stata un’esperienza molto interessante e siamo lieti che il nostro contributo scientifico abbia fornito informazioni utili sulla vita di questo uomo”.