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Archivio CCR

26-DG-2021_Torino, Museo Egizio, Sarcofago, cat. 2213
Torino, Museo Egizio, Coperchio del sarcofago, cat. 2213, esterno
Torino, Museo Egizio, Coperchio del sarcofago, cat. 2213, interno
Torino, Museo Egizio, Alveo del sarcofago, cat. 2213, interno
Torino, Museo Egizio, Alveo del sarcofago, cat. 2213, esterno
Torino, Museo Egizio, Coperchio del sarcofago, cat. 2213 - infrarosso in falso colore (950 nm)
Torino, Museo Egizio, Coperchio del sarcofago, cat. 2213 - infrarosso IR (950 nm)
Torino, Museo Egizio, Sarcofago, cat. 2213 - radiografia digitale RX
Torino, Museo Egizio, Alveo del sarcofago, cat. 2213 - analisi UV
Torino, Museo Egizio, Coperchio del sarcofago, cat. 2213 - analisi VIL
Torino, Museo Egizio, Alveo del sarcofago, cat. 2213 - analisi VIL
26-DG-2021_ME_sarcofago_cat2213
Relazione tecnica indagini scientifiche

26-DG-2021_Torino, Museo Egizio, Sarcofago, cat. 2213



Descrizione facilitata: 

 

Il sarcofago è un contenitore di legno dipinto utilizzato dagli antichi Egizi per seppellire i morti.
Il sarcofago è formato da una cassa e un coperchio.
Il sarcofago è conservato presso il Museo Egizio di Torino.
Nel 2021 gli scienziati del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale hanno fatto analisi scientifiche per capire come è stato costruito il sarcofago e di che materiali è fatto.
Grazie alle analisi gli scienziati hanno visto i vecchi interventi di restauro come la ridipintura del naso.
Gli scienziati hanno anche fatto analisi per riconoscere i colori utilizzati per dipingere il sarcofago.

 

 

 

 

Abstract dell'intervento:

Diagnostica

La campagna diagnostica condotta sul sarcofago cat. 2213, parte di un progetto più ampio di studio del Museo Egizio sui suoi reperti, ha permesso di conoscere i materiali, la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione dell'opera. Le analisi condotte (fotografia in luce visibile diffusa VIS, fluorescenza nel visibile indotta da radiazione ultravioletta UVF, luminescenza nell’infrarosso indotta da luce visibile VIL, riflettografia infrarossa IRR e la sua elaborazione in falso colore IRFC, radiografia RX e micro-campionamenti) hanno permesso di individuare le differenze materiche. Inoltre, la complementarietà delle tecniche d'indagine ha permesso di caratterizzare materiali e tecniche adottati nei pregressi restauri e di formulare ipotesi sulla loro distribuzione sulle superfici del manufatto. In particolare, grazie all'analisi ultravioletta è stato possibile riconoscere le stuccature di restauro e le zone di rifacimento e di ridipintura (naso). Inoltre, sono stati condotti approfondimenti sulla sostanza grigiastra presente sulla superficie esterna del coperchio e sulla natura dei pigmenti impiegati per la carnagione rosata.