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Archivio CCR

52-CR-2017_Agliè, Castello ducale, Fontana dei quattro fiumi
Scheda di restauro - introduzione storica
Scheda di restauro quarta campata da destra
Scheda di restauro e analisi scientifiche gruppo scultoreo di destra
Scheda campionamento parete mursi
Progetto fontana Agliè
Mappature grafiche

52-CR-2017_Agliè, Castello ducale, Fontana dei quattro fiumi



Descrizione facilitata: 

 

La fontana dei quattro fiumi è una fontana di pietra.
La fontana rappresenta animali marini e divinità marine.
Ignazio e Filippo Collino hanno realizzato le statue della fontana nel 1764-1766. 
La fontana è conservata nel giardino del Castello ducale di Agliè. 
Il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale ha restaurato la fontana nel 2017. 
I restauratori hanno eliminato le piante cresciute sopra la fontana. 
Hanno messo un prodotto contro la crescita di piante. 
Hanno riparato le parti di pietra staccate e rovinate inserendo una nuova malta (impasto di calce e sabbia). 
Hanno riposizionato le decorazioni di pietra che si erano staccate. 
I restauratori hanno rinforzato le parti più rovinate con reti di metallo.
Al restauro hanno partecipato anche gli studenti di restauro. 
Gli studenti hanno pulito e riparato le parti rotte delle sculture di destra. 

 

 

 

 

Abstract dell'intervento: 

 

Restauro

Il restauro della Fontana dei quattro fiumi del castello ducale di Agliè è stato svolto nell'ambito di un progetto pilota che ha interessato la quarta campata da destra della quinta scenografica della fontana. Nella fase preliminare sono stati studiati la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione delle superfici decorate con l'obiettivo di definire i materiali e le metodologie d’intervento più idonei in relazione ai fenomeni di degrado. Sono quindi state effettuate riprese fotografiche, mappature e analisi diagnostiche. Tra i degradi principali sono stati rilevati presenze biologiche (arbusti) e di sali e decoesioni della parte decorata a mursi (applicazioni di pietra di diversa misura dalla forma grossolanamente ovoidale).
L'intervento è iniziato eliminando le piante nella parte superiore con biocida. Sono quindi stati asportati i depositi superficiali (depositi terrosi, particolato atmosferico, vegetazione, ragnatele, polvere di mattone e di malta depositatisi sugli aggetti a causa della disgregazione dei laterizi e degli intonaci) con pennellesse e aspiratore. Sono poi stati rimossi i depositi e le piante al di sotto del cornicione e per restituire continuità al tessuto murario, è stato realizzato un nuovo allettamento tra i mattoni ed è stata inserita malta di calce idraulica. Inoltre, i mursi distaccati o a forte rischio di caduta sono stati catalogati, rimossi dalla propria sede, spolverati e archiviati in cassette. In seguito sono state reintegrate due delle lacune di maggiore estensione in alto a destra nella specchiatura imperniando alla struttura muraria reti in fibra di vetro con barre filettate in acciaio inox e resina poliestere per ancorare i perni al supporto murario. Dopo la messa in sicurezza della parete sono stati ricollocati i mursi distaccati. Nella parte priva di decorazione a mursi sono state eliminate le malte non idonee, relative a precedenti restauri, che irrigidivano la struttura della parete e sono state realizzate stuccature salvabordo in corrispondenza degli intonaci più antichi.

Il gruppo scultoreo destro della fontana, raffigurante un tritone con una carpa su un masso arricchito da elementi acquatici, è stato restaurato nell'ambito di un progetto didattico che ha coinvolto gli studenti del corso di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali (settore PFP 1). Questo intervento ha previsto l'applicazione di biocida per arrestare l'attacco biologico. Si è quindi proceduto con la rimozione a secco dei depositi superficiali e dei residui di muschi e licheni tramite pennellesse, spazzolini e aspiratori. Le superfici lapidee sono state lavate con acqua demineralizzata e spazzolini al fine di rimuovere i depositi coerenti e i residui dei microrganismi presenti sul manufatto. Inoltre, le malte non più idonee, relative a precedenti interventi di conservazione, sono state rimosse e sostituite. Sono quindi state pulite le fughe dalle radici penetrate in profondità tramite l'utilizzo di specilli e pinze e getti di acqua. Successivamente sono stati eseguiti i consolidamenti delle parti disaccate (la testa della tartaruga, il naso e alcune dita del Tritone, la pinna della carpa, la testa del serpente). Gli elementi metallici di giunzione sono stati trattati con antiruggine. Infine, sono state realizzate le stuccature per impedire la penetrazione dell'acqua.