Il restauro del monumentale dipinto ha impegnato per quasi due anni il Laboratorio dei dipinti su tela: ben 10 restauratori, accanto a esperti di diagnostica e storici dell’arte, hanno affrontato il complesso intervento, un caso di particolare interesse per la conservazione delle tele di grande formato e con una storia avvincente ancora in parte da ricostruire.
La tela fu commissionata all’artista, insieme a un’altra grande opera raffigurante Le anime del Purgatorio, per la cappella del Rosario nella chiesa di San Domenico a Brescia (distrutta nel 1883) e approdò, presumibilmente sul finire dell’Ottocento, tra le collezioni del marchese Silvio della Valle di Casanova e della moglie Sophie Browne, conservate nella Villa San Remigio di Pallanza, sul Lago Maggiore.
Nel 1977 la Regione Piemonte acquisì il patrimonio immobiliare, paesaggistico e artistico della famiglia e solo in anni recenti è stato possibile identificare e riscoprire il capolavoro di Palma il Giovane, che si pensava disperso. Forse proprio l’adattamento alla parete della storica Sala della Musica della Villa ha comportato la decurtazione della metà superiore centinata del telero.
La tripartizione verticale dello spazio pittorico progettato dall’artista ha come motivo conduttore il ripetersi di tre figure: partendo da sinistra, le tre Virtù Teologali (Carità, Speranza e Fede), al centro, i tre promotori della Lega Santa, Filippo II re di Spagna, papa Pio V e Alvise I Mocenigo doge di Venezia, e i tre ammiragli che vinsero la flotta musulmana nel golfo di Corinto, Marcantonio II Colonna, don Giovanni d’Austria e Sebastiano Venier. All’estrema destra è possibile inoltre scorgere un autoritratto del Palma.
Nella parte superiore, andata perduta, erano raffigurati a cielo aperto su nuvole una schiera di angeli, la Vergine, la Trinità e Santa Giustina, patrona dell’evento.
Prima delle operazioni dirette sull’opera, è stata studiata la tecnica di realizzazione, anche per confronto con la produzione artistica dei Maestri di scuola veneta tra XVI e XVII secolo. Si notano in particolare un’esecuzione più rapida e quasi abbozzata dello sfondo - in cui imbarcazioni e figure sono connotate da poche pennellate – e una resa più dettagliata delle fisionomie e delle vesti dei personaggi in primo piano, dei veri e propri ritratti.
Grazie allo studio preliminare, sono emersi dati importanti anche sulla storia conservativa del dipinto che fin da subito mostrava i segni di interventi precedenti e consistenti rimaneggiamenti subiti nel tempo, primo fra tutti il ridimensionamento in altezza che lo ha privato della metà superiore. Con i primi test di pulitura inoltre, al di sotto di una ridipintura recente che interessava il cielo, sono emersi dettagli figurativi volutamente occultati e riconducibili proprio alla porzione perduta, oggi visibili sul margine superiore dell’opera.
L’opera era già stata foderata durante un precedente intervento: si è scelto di mantenere la foderatura, ancora in buone condizioni, e di realizzare un nuovo telaio ligneo, con un sistema di tensionamento elastico, ovvero tramite molle, che asseconda le naturali variazioni dimensionali della grande tela.