Nell’ambito del Museums of Islamic Art project (MIA) - promosso da UNESCO/Italy Fund-in-Trust, UNESCO Cairo Office con il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano (MoTA) in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” – il Centro ha ospitato, dal 4 al 15 luglio e dal 5 al 20 settembre, 10 conservatori del NMEC Museo Nazionale della Civiltà Egiziana, del MIA Museo di Arte Islamica, del Manial Palace e del Gayer and Anderson Museum del Cairo.

Il MIA project ha l’obiettivo di assistere il Museo di Arte Islamica nello sviluppo di un centro di eccellenza per la conservazione delle arti islamiche e di supporto delle attività di altrettanti musei partecipanti, selezionati da MoTA.

“Questo progetto rappresenta per il CCR un nuovo importante scambio di competenze e crescita, con la possibilità di mettere a disposizione e confrontare le metodologie e le prassi consolidate in Italia con l’ottica di costruire insieme nuove modalità d’intervento e di studio sulle tecniche e sui materiali oggetto di attenzione da parte del MoTA”, Stefano Trucco, presidente del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.
 

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Il programma formativo proposto dal CCR si è sviluppato in due parti, la prima, nel mese di luglio, è stata dedicata alla Scienza dei materiali e seguita da 5 partecipanti presenti Venaria e da 25 conservatori del MoTa da remoto sulla piattaforma CCR Digital Lab.
Nelle giornate sono stati associati approfondimenti teorici di carattere scientifico e tecnico alla condivisione di casi di studio, esperienze e progetti in grado di mettere in evidenza l’approccio metodologico integrato che guida le azioni di conservazione.
Le lezioni, condotte da conservation scientists (biologi, chimici e tecnici) e da restauratori conservatori specializzati in diversi tipologie di manufatti, hanno approfondito la conoscenza delle opere, i loro materiali costitutivi,  le tecniche analitiche di indagine e i sistemi di monitoraggio e controllo delle azioni di conservazione, offrendo ai conservatori coinvolti l’opportunità di avere un panorama il più ampio e diversificato possibile sulle competenze per la conservazione del patrimonio culturale partendo
dall’esperienza italiana applicata a quella egiziana.

La seconda parte dedicata alla conservazione dei libri e dei materiali archivistici si è svolta con le stesse modalità miste, in presenza e remoto, per altri 35 conservatori.
Le lezioni sono state tenute da un team multidisciplinare di conservatori specializzati in carta, pelle e pergamena, insieme a scienziati della conservazione (biologi, chimici, tecnici) ed esperti di istituzioni culturali nazionali e internazionali, tra cui: il personale del CCR, la Biblioteca Nazionale Centrale del Ministero dei Beni Culturali di Firenze/Opificio delle Pietre Dure, la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, l'Archivio Nazionale e i Musei Reali di Torino, la Royal Library e la Senate House Library di Londra.

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La prima sessione si è incentrata principalmente sulla valutazione dei rischi e sulle sfide da affrontare nella conservazione dei materiali dell'archivio e dei libri, sugli agenti di deterioramento, sui principi e sulle pratiche di conservazione nei musei e negli archivi e sugli approcci di conservazione preventiva.
La seconda sessione, svolta nei laboratori del CCR, ha permesso a 5 conservatori in 7 giorni di pratica di cimentarsi con la lavorazione e la conservazione di pelle, pergamena e carta, e all'esecuzione di diversi tipi di involucri conservativi.

Questa esperienza ha contribuito non solo a rafforzare le capacità dei professionisti dei musei egiziani, ma anche a costruire una proficua collaborazione tra Egitto, Italia e UNESCO per la cooperazione culturale internazionale.

Progetto

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